Dove finisce la paura, comincia l’ascolto.
- Filippo Manassero
- 21 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 28 apr
Invio questa mail oggi perché domani entrerò in ospedale per un intervento che ho scelto con consapevolezza. E sento il bisogno, oggi, di lasciare tutto pronto. Di affidare parole e appuntamenti a uno spazio già aperto, come un campo seminato prima della pioggia.
Il calendario di maggio si apre nella sua seconda metà, con il ritmo lento di chi rientra dopo un passaggio importante.
Qualche tempo fa ho deciso di fare un controllo. Niente di che, un semplice tagliando.
Stavo bene, nessun sintomo, nessun allarme. Ma con i miei 55 anni ho pensato fosse il caso di fermarmi un attimo e ascoltare il corpo. È lì che ho scoperto un piccolo tumore alla prostata.
Una forma silenziosa, all’inizio. I medici mi hanno detto che potevo anche non operarmi, ma mi sono preso un po’ di tempo per capire. E, come faccio ormai da anni, ho iniziato a guardare oltre il fatto clinico.
Ho cercato un significato, un’immagine, qualcosa che mi parlasse in modo più profondo.
La prostata è un organo che lavora nell’ombra, generativo, legato all’energia creativa maschile e alla sessualità.
Produce, ma non si vede. E quando ho pensato a quello che ho vissuto negli ultimi cinque anni, ho sentito una forte risonanza. In quel tempo ho attraversato un cambiamento radicale. Ho sentito che il modo in cui stavo nel mondo, nei ruoli, nelle relazioni, non mi somigliava più. Ho protetto il mio spazio interiore, ho tracciato confini, sono uscito da dinamiche che non parlavano più la mia lingua.
Ho custodito, in silenzio, qualcosa che voleva nascere ma che non sapevo ancora nominare.
E dentro a tutto questo, anche la mia relazione con la sessualità è cambiata.
Non di colpo, ma piano piano. Si è trasformata in non più bisogno, non più identificazione, non più urgenza. Una libertà vera.
So che questo lungo processo di trasformazione — nel modo di stare al mondo, nel lavoro, nei ruoli, nelle scelte — ha avuto un costo. Alcune relazioni ne hanno risentito, e in certi momenti non sono riuscito a esserci come avrei voluto. Non mi sento in colpa, ma sento dispiacere. Un dispiacere che oggi riesco ad accogliere, così com’è, senza volerlo risolvere per forza.
Alla fine, ho scelto di operarmi. Non per paura, né per necessità. Ma per rispetto. Per chi sono diventato. Per quello che ho attraversato e per quello che adesso può finalmente scorrere.
Avevo espresso intimamente il desiderio che accadesse vicino alla Pasqua, e così è stato:
l’intervento è fissato per domani 22 aprile, il giorno dopo Pasquetta e il 23 sarà il mio compleanno.
Devo aggiungere altro? Non credo.
Non avrei potuto immaginare un tempo più perfetto per attraversare una soglia e lasciare andare, e sono immensamente grato all'Universo per avermi mostrato una sincronicità che mi fa sentire accompagnato, ascoltato e dentro una trama più grande. Non so cosa nascerà da tutto questo, ma so che si sta creando spazio.
E che io, ora, non ho più bisogno di trattenere. Quello che verrà sarà mio, e sarà vero.
Scrivo queste parole non per spiegare, ma per affidare. Per lasciare una traccia. Per onorare un tempo della mia vita e condividerlo, così com’è, a cuore aperto.
E quando sarà il momento giusto, torneremo.
Nel gesto, nel colore, nella presenza.
Ecco cosa ci aspetta nella seconda metà di maggio:
ogni appuntamento nasce con l’intento di accompagnarti a rientrare anche tu, dentro quel movimento sottile in cui il gesto si fa ascolto, e il tempo non è più qualcosa da rincorrere, ma da abitare.
A presto
Filippo
13 MAGGIO – ore 18.30-20.00 Sulla Via dell’Inchiostro – primo incontro (online)
Otto incontri per attraversare la pittura zen come una pratica viva. Un laboratorio in cui il segno diventa il mezzo per tornare a sé, con sincerità. Non si tratta di imparare a disegnare, ma di lasciar cadere ciò che impedisce al gesto di essere pienamente tuo. A ogni incontro, una porta si apre. E tu puoi attraversarla, senza forzare nulla.
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14 MAGGIO – ore 18.30-20.00 SAIBOKU – tra colore e silenzio – primo incontro (online)
Un tempo per incontrare il colore. Non per dominarlo, ma per lasciarlo accadere. Un laboratorio di pittura simbolica e contemplativa, con acquerelli giapponesi. Qui il colore non grida: si lascia ascoltare. È uno spazio per rallentare e lasciare che ciò che hai dentro trovi forma, anche senza parole.
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17-18 MAGGIO – ore 14.00-15.30 Sumi-e Experience Workshop online: la libellula
La libellula sa cambiare forma, attraversare elementi, restare leggera. È simbolo di trasformazione e visione. Dipingendola, ci esercitiamo a cogliere l’attimo, ad accogliere il movimento, a volare più in alto con meno peso.
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31 MAGGIO – MILANO – workshop in presenza Mattina: fiore di loto | Pomeriggio: iris
Due fiori per rientrare nel corpo e nel segno. Il fiore di loto ti accompagna nel passaggio dal profondo verso l’aperto. L’iris apre alla trasformazione, al messaggio che arriva sottile, ma preciso. Due momenti distinti, ma connessi, per ritrovare il contatto con ciò che dentro di te è già pronto a fiorire.
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È un mese che non corre. Un mese che si apre con dolcezza, per accogliere ciò che sta tornando. Io per primo.
E se vorrai, ci ritroveremo lì. Nel gesto, nella carta, nella quiete che ascolta.
Ti aspetto
Filippo
NB. ANTEPRIMA GIUGNO: 7-8 giugno tre workshop in presenza a ROMA clicca qui

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